UNA BARBERA FRA I TULIPANI: Il mio viaggio ad Amsterdam

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Il mio viaggio ad Amsterdam | Barbera D’Asti DOCG2017 Bio Duchessa Lia

@aduavilla

UNA BARBERA FRA I TULIPANI

 

Chi mi conosce lo sa, quando viaggio imbarco sempre una valigia mezza vuota (per i canoni femminili). Questo per due motivi: uno perché ho sempre una lista di luoghi dove comprare articoli da riportare a casa, che non sempre vanno conservati negli armadi piuttosto nelle dispense o nei frigoriferi; secondo perché porto sempre delle bottiglie da casa, da aprire altrove. L’ultima valigia riempita con alcune bottiglie l’ho fatta un paio di mesi fa, la meta: Amsterdam.

 

 

Ci vado da anni sempre volentieri. Ho trascorso un capodanno pirotecnico scoprendo che gli olandesi amano i fuochi d’artificio più dei partenopei. Un’altra volta ho brindato al mio compleanno. Anni prima per un addio al nubilato, ho scoperto una città sempre bella, romantica, piena di arte, grandi musei, mostre, pessimo caffè e cibo discutibile. Fino al momento in cui una coppia di miei cari amici è partita dall’Italia (passando prima per il Sud Africa) e ha aperto un piccolo ristorante nei pressi di Dapper Straat, un quartiere multietnico sotto il mulino a vento più antico della città e con uno dei mercati più autentici di Amsterdam: DappertMarkt. Proprio qui, lungo uno dei 65 canali della città, sguardo al Mulino De Gooyer nasce il Dappertutto un ristorante piccolo che ti accoglie con amore con i suoi pochi tavoli e una cucina italiana (e non solo) con Guido in cucina e Ken, suo marito in sala. Da quando loro hanno aperto questo luogo ci vado ancora più spesso, portando bottiglie fantastiche e, mentre gustiamo i piatti di Guido Oliva Sparrow, pensiamo insieme anche al menù da proporre nella stagione seguente.

 

 

Se penso a come ci siamo conosciuti Guido ed io, mi viene da sorridere. Vivevamo all’ombra del quartiere San Lorenzo di Roma, dove cercavamo di capire il nostro ruolo in un mondo lavorativo all’inizio delle nostre carriere, fra amici che ormai abbiamo perso di vista, ex cestinati, vicini “misti con brio”. In un quartiere pieno di artisti che giocavano a fare i bohémien e romani che si sudavano il salario fra lavori fissi, se andava bene, e tanta precarietà. Ma tutti noi avevamo una grande passione: il mangiare bene e l’ottimo vino. Serate trascorse a vedere l’alba aprendo bottiglie che rimanevo le uniche testimoni di quello che era appena accaduto; quindi capite che ogni volta che andrò a trovarli la mia valigia sarà sempre piena di “futuri testimoni”.

Questa volta mi sono recata ad Amsterdam durante la Festa del Re (una volta chiamata la festa della Regina) dove tutta la città si riversa per le strade, ma soprattutto sui battelli, dove si intonano canzoni popolari e si beve, dalla birra al vino e qualcuno osa anche con i cocktail. Ogni piazza di quartiere attrezza dj session, musica live e i bar fanno quasi più soldi vendendo un ingresso al bagno a 1 euro che somministrando bevande (pare che lo scorso anno un pub del centro abbia incassato 5.000,00 euro solo di ingressi per il bagno!). E poi c’è la giornata del mercatino dell’usato: ognuno può tirare fuori qualsiasi cosa dalla propria casa, dalla propria cantina e venderla liberamente, senza pagare tasse allo stato per il venduto. Quindi se si ha tempo e voglia ci si alza la mattina all’alba e in bicicletta si va alla ricerca dell’affare, soprattutto nei quartieri residenziali dove si trova oggettistica meravigliosa. Ma se si va in Olanda a fine aprile la missione è solo una: andare a vedere la fioritura del tulipano. La si può incontrare nelle aiuole pubbliche, nei piccoli parchi cittadini e nei vasi posti alle grandi finestre delle tipiche case olandesi. Ma per ammirarli in tutto il loro splendore bisogna almeno una volta nella vita recarsi ai giardini Keukenhof. Per arrivarci si percorrono campi di Tulipani che creano macchie vibranti di colori così da creare già un’altissima aspettativa.

Una giornata non basta per godersi a pieno ciò che l’uomo riesce a disegnare fra alberi, laghetti, fontane e percorsi cromatici che ci lasciano senza fiato. Uno spettacolo che dura solo 8 settimane e non è minimamente replicabile. All’interno del parco è possibile godere di spazi dove potersi sedere sull’erba ed improvvisare un pic-nic. Perché perdersi questa occasione? Comprato il cibo nelle aree di ristoro e con la bottiglia nello zaino che arrivava dall’Italia, la tavola era pronta! Ed è così che una giornata già bella diventa indimenticabile evocando Monet fra “Déjeuner sur l’herbe” intrisa di fiori come le “Femmes au Jardin”. E lì fra tutti quei colori e un tiepido sole primaverile, mai bottiglia fu più appropriata come la “Barbera D’Asti DOCG 2017 Bio Duchessa Lia”. Anche la temperatura era giusta, insieme al suo colore rosso brillante e alla sua freschezza di bocca. Ho anche offerto un paio di calici a dei vicini di prato australiani che hanno molto apprezzato quel bouquet vinoso ricco di piccoli frutti rossi, che regalava giovinezza, ma presentava molto bene la sua potenziale longevità. Lì a pochi passi da noi un carrettino di fragole fresche ci ha tentati e abbiamo così terminato il nostro vino fra un morso di fragole succose e un ultimo sorso di quel vino.

 

 

Così ci siamo salutati e abbiamo ripreso le nostre navette verso il centro di Amsterdam con il cuore tra i tulipani e la testa alla cena che bolliva in pentola nella cucina di Guido. Ad oggi ogni volta che bevo un calice di “Barbera D’Asti DOCG2017 Bio Duchessa Lia” ricordo precisamente i colori dei tulipani e di quell’esperienza che ha reso ancora più indimenticabile quel momento.

@globetrottergourmet

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