Cerchiamo più apertura rispetto a questa chiusura

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Quando il Vino Chiede ‘Più Apertura’, Gli Svitati Rispondono con una Rivoluzione Divertente e Sostenibile

Tasted by Adua Villa

In un mondo vinicolo spesso avvolto da tradizioni secolari e rituali quasi sacri, un gruppo di audaci produttori italiani, soprannominati ‘Gli Svitati’, sta cercando di svitare – letteralmente e figurativamente – alcune delle convinzioni più radicate. Con un gioco di parole che si presta a un sorriso, possiamo riassumere il concetto in: “Cerchiamo più apertura rispetto a questa chiusura”, questo ho pensato appena li ho sentiti parlare durante l’incontro organizzato nella sede operativa Pentole Agnelli – since 1907 vicino Bergamo.
Gli Svitati – Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri, e Walter Massa – invitano il settore e i consumatori a riconsiderare il tappo a vite non come un semplice strumento di chiusura, ma come un simbolo di innovazione, qualità e sostenibilità.

Questi produttori insieme al gigante delle chiusure Guala Closures, stanno aprendo la strada a un cambiamento di percezione. Nonostante i progressi tecnologici e i vantaggi indiscutibili del tappo a vite in termini di conservazione del vino, molti nel settore vinicolo e tra i consumatori mantengono una certa “chiusura” culturale, ancorati all’idea romantica del tappo di sughero.
Questo movimento non mira solo a promuovere una chiusura alternativa, ma anche a sfidare il tradizionalismo con un tocco di leggerezza e humour. “Svitiamo piano per far molto rumore”, scherzano, suggerendo che il cambiamento può essere sia delicato che dirompente. Il loro messaggio si rivolge a un pubblico che, sebbene possa essere legato alla tradizione, è anche aperto a esplorare nuove possibilità – soprattutto quando queste si traducono in un bicchiere di vino di qualità.
Il dibattito sul tappo a vite si trasforma quindi in una questione di “apertura” mentale: sono i consumatori e gli addetti ai lavori pronti ad accettare un cambiamento che, pur sembrando superficiale, riflette profonde considerazioni sulla qualità, l’integrità e la sostenibilità del vino? Gli Svitati affermano che la risposta dovrebbe essere un rotante sì. Con studi comparativi e il sostegno scientifico della Fondazione Mach, dimostrano come il tappo a vite non solo preservi le qualità organolettiche del vino, ma promuova anche una maggiore coerenza e riduca il rischio di bottiglie fallate.
Eppure, la sfida maggiore rimane quella di superare le barriere culturali. In Italia, paese vino-centrico per eccellenza, il tappo di sughero è parte dell’esperienza sensoriale del vino, dall’odore caratteristico alla ritualità dell’apertura. Gli Svitati, tuttavia, invitano a un’apertura più ampia: un’apertura verso la sostenibilità, verso l’innovazione e verso pratiche che rispettino tanto il lavoro del produttore quanto il palato del consumatore.

Accanto alle cinque aziende erano presenti all’incontro diversi ospiti fra cui un “amico degli Svitati”, la cantina Ettore Germano di Serralunga d’Alba, tra le poche in Italia a produrre da alcuni anni un Barolo imbottigliato con tappo a vite.
Io l’ho assaggiato e vi posso assicurare che è stato davvero una piacevolissima scoperta che vorrei continuare ad approfondire anche nella sua evoluzione.

Mi è piaciuto tantissimo ciò che ha detto Matteo Montone (Master Sommelier e Group Wine Director di Maison Estelle a Londra): “Non possiamo più parlare solo di romanticismo nell’atto dell’apertura della bottiglia, la figura del sommelier non è solo questo ma deve guardare alla qualità di ciò che propone. La rivoluzione parte dalle aziende, ma passa anche attraverso di noi per arrivare al cliente finale”.

In conclusione, “Cerchiamo più apertura rispetto a questa chiusura” non è solo un invito a riconsiderare il tappo a vite; è un appello a una maggiore apertura mentale nel mondo del vino. Con un approccio che mescola serietà e giocosità, Gli Svitati stanno lentamente ma inesorabilmente svitando secoli di preconcetti, una bottiglia alla volta.
La loro speranza? Che la prossima volta che ci troveremo di fronte a una bottiglia con tappo a vite, saremo un po’ più aperti.

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