Chianti Classico Collection 2023

9 min lettura

It’s Not Complicated, it’s EASY

Tasted by Adua Villa.

Sono alla trentesima edizione del Chianti Classico Collection alla stazione Leopolda di Firenze. Qui hanno sfilato oltre 200 produttori per un totale di 750 etichette in degustazione. Tra queste 161 Chianti Classico Riserva, 136 Gran Selezione e 34 campioni in anteprima della vendemmia 2022.

Qualche numero mi piace sempre darlo per restituire le dimensioni degli eventi a cui partecipo… ora entriamo nel vivo!

Chianti Classico Collection 2023

Dopo aver degustato:

campioni in senso orario e antiorario,

seguendo più o meno un senso logico,

arrivando già con un taccuino pieno di appunti e con domande in testa che mi balenavano già da un po’,

ecco che si configura una piccola lista di aziende che mi hanno particolarmente colpito.

Con loro voglio parlare dei Chianti Classico d’annata, di questa Easy Wave, espressione giovane e autentica del territorio. Questa Easy Wave che si sta affermando negli ultimi anni esprime un Sangiovese sempre meno “orpelloso” e più diretto.

Quindi, cellulare alla mano e pronti a prender nota. Ecco a voi alcune etichette che faranno parte della vostra TO DO DRINK e le rispettive Aziende da mettere nella vostra TO DO LIST.

FATTORIA POMONA

Iniziamo subito con Monica Raspi di Fattoria Pomona.

Vini da agricoltura biologica e produzione Artigianale.

Monica mi incantata subito perché è schietta come il suo vino. Si dichiara da sempre sostenitrice del Chianti Classico d’annata perché vera espressione del territorio. La Riserva e la Gran Selezione sono giustamente le “chicchine” come ama descriverle ma la sua faccia più pura è quella della sua giovinezza. “Il vino non deve essere sempre il centro della tavola e i giovani Chianti Classico sono i compagni ideali per permettere di apprezzare sia il bicchiere che i piatti, rendendo la convivialità distesa anche grazie alla sua semplice beva. Che sia chiaro, semplice non vuol dire banale, questo è un vino che mi fa vedere la bottiglia vuota” afferma, “e la voglia di aprirne un’altra senza la necessità di chiedere il permesso ai commensali!”.

Adua Villa e Monica Raspi

A quel punto le chiedo: se dovessi spiegare questo vino con la stessa semplicità che vuoi trasmettere alla beva, come lo racconteresti?

Le si accendono quegli occhi vivaci e profondi di chi ama la vita e il proprio lavoro, di chi adora i grigi, le sfumature che ha imparato ad apprezzare. Mi sorride ed afferma: “Sono innamorata dell’uva Sangiovese. La definisco “mia”. E’ un’uva che ha bisogno di tempo, come un bambino. Ha una bella acidità, la sua freschezza sgambetta un po’ in giovinezza e non è semplice da comprendere subito. Ma poi succede che inizi ad amarla e a capire che tutto questo fa parte della sua grandezza e allora non la molli più, te ne senti attratta perché sai che il tempo ti darà ragione”. Questo per me è l’amore.

Chianti Classico Docg Pomona 2020

15 € sullo scaffale in enoteca.

NARDI VITICOLTORI

Rimanendo sempre nel comune di Castellina in Chianti incontro Nardi Viticoltori. Ad Attendermi Giacomo. La sua è una azienda relativamente giovane, risale agli anni ’90. Dal 2010 i due fratelli Nardi – fra cui Giacomo – ricoprono ruoli tecnici in azienda portando attenzione territoriale, esaltazione della parte più fresca ed immediata dei vini prodotti, lavorando molto sulla loro verticalità.

Verticale non è un termine tecnico per descrivere un vino. E’ un termine concettuale come tanti altri nel mondo del vino, come per esempio “rotondo”, senza “spigoli”, un vino “che gioca sugli equilibri”. Quindi per tornare a “verticale”, lo diciamo quando si cerca di descrivere un vino che “vibra”, che è in “tensione”, che ha una parte di freschezza molto marcata. Usiamo questi termini figurativi, più logici, alla portata del consumatore per rendere il vino più vicino a tutti.

Giacomo Nardi

Il Chianti Classico Docg di Nardi mi ha davvero colpita.

La prima cosa che gli chiedo è di immaginare davanti a se un pubblico giovane, anche un po’ distratto… diciamo in una serata con musica di sottofondo un po’ altina: “Giacomo cosa diresti loro del tuo vino?” Parte dritto: “Il nostro Chianti Classico è sinonimo di bevibilità, freschezza e frutto. Una delle cose più interessanti che i giovani apprezzano di questi nuovi vini del Gallo Nero d’annata è la forza della giovinezza del sangiovese, all’apparenza indomabile e mai banale.

La denominazione spesso non gioca a favore di una prima scelta di un giovane, forse perché la denominazione è fra le più storiche all’interno del mondo vitivinicolo italiano e con uno stile molto classico ripetuto negli anni. Ma ad oggi in Chianti Classico ci sono meno gradi di separazione e si ha una linea più diretta con il consumatore finale. Anche le etichette nel tempo stanno cambiando diventando più snelle e evocative. Nelle nostre oggi troviamo un restyling più pulito con lo skyline di Castellina in Chianti, borgo che se non avete mai visitato è assolutamente da inserire nei TODO2023”.

Giacomo dall’alto dei suoi “trentuno anni” quando parla ti trasmette tutta la sua passione e dedizione verso la sua terra, verso questo lavoro duro ma così soddisfacente, verso il suo Chianti Classico.

Chianti Classico Docg Nardi 2021

18 € circa sullo scaffale in enoteca

SAN LEONINO

Parto poi spedita verso il sorriso contagioso di Gaia Capitani, Brand Manager delle tre cantine toscane del Gruppo Angelini Wines & Estates, qui presente con l’Azienda San Leonino.

Il nostro scambio parte da un punto di vista molto interessante e legato al gusto dei giovani. Palati che da bambini e adolescenti sono stati abituati a dei sapori dolci e freschi che quando si approcciano al gusto del vino fanno fatica ad apprezzare dei rossi di corpo al primo assaggio. Di conseguenza oggi, per molti Sangiovese del Chianti Classico d’annata le qualità maggiormente apprezzate dal consumatore giovane sono la freschezza, una chiusura più morbida e un grado alcolico non troppo alto come nel loro “Al Limite Chianti Classico Docg”. Non facile il compito dell’enologo Andrea Lonardi e del suo team controllare e gestire tutte queste qualità in annate sempre più calde come quelle degli ultimi anni ma necessario affinché questi vini rimangano corrispondenti al loro territorio sorprendendo e catturando i palati più moderni.

Adua Villa e Gaia Capitani

Conclude dicendo che oggi l’azienda sta valorizzando i vini d’annata più immediati, più semplici, più rotondi… freschi. Di fatto sono vini più impattanti che educano i palati più giovani al bere bene, che tendono verso esigenze di mercato più immediate, sono vini che creano conoscenza per poi poter apprezzare domani vini più complessi ed articolati… se il consumatore vorrà!

Chianti Classico Docg 2020 Al Limite San Leonino

15 € circa sullo scaffale in enoteca

FATTORIA LE MASSE

A Robin Mugnaini avrei rubato di certo il cappellino di lana oltre alle sue bottiglie con quelle etichette da paura! Ma la conversazione si sarebbe interrotta subito e volevo troppo conoscere la sua surfata su questa EasyWineWave.

Lui ha questo look un po’ che reinterpreta il grunge degli anni ‘90, un po’ surfista in pieno inverno a Hossegor che si veste con le prime cose che trova in macchina appena uscito dall’acqua – certo poi vedete Leo Fioravanti vestito Gucci… ma quella è un’altra storia – un vignaiolo che ama le cose belle e pratiche della vita. Porta con sé l’animo del papà, toscano di nascita e conservatore di quelle che erano le tradizioni contadine, e quello della madre Christiane nata e cresciuta a Berlino, arrivata in Toscana come pittrice, la quale ha apportato un notevole contributo di ispirazione artistica all’azienda.

Ad arricchire e proseguire il percorso “artistico” che in questa azienda non può mancare, la sorella Lea che cura da Berlino la parte di immagine, e che con il progetto di residenze per artisti crea un flusso di creativi che contribuiscono a rendere Le Masse un posto speciale.

Adua Villa e Robin Mugnaini

Sì, mi sto perdendo… mi capita quando incontro la bellezza. Ma torniamo a noi, ai nostri Chianti Classico Docg.

L’Azienda lavora in regime biologico e sta integrando da cinque anni il biodinamico. La direzione è quella di portare il loro Chianti Classico ad avere una freschezza e un nerbo acido che negli ultimi anni si sono persi, per vari motivi mi dice “sia commerciali che culturali”.

Prosegue “Stiamo vedendo sui nostri vini che con delle freschezze maggiori il carattere del Sangiovese esce fuori in maniera preponderante e sincera”.

Portando al naso il calice e osservando le etichette mi sorge una domanda: “Robin come fai a far innamorare del tuo vino una persona che non è mai stata in questa zona? Tipo un gruppo di ragazzi che non conosce il tuo vino e la zona di produzione.”

Robin: “Oggi un neofita che assaggia il nostro Chianti Classico viene colpito dalla croccantezza e dalla freschezza del frutto come fosse appena colto, senza perdere assolutamente l’identità del luogo”.

Per definire la croccantezza pensa ad un frutto non troppo maturo, con quel finale leggermente acidulo ma succoso. Pensa a mordere un frutto come la ciliegia o il mirtillo, con le bucce molto presenti e che poi regalano quella sensazione golosa in bocca. Ecco questi sono per me i vini croccanti, vini che in bocca si presentano ghiotti insieme a sensazioni di freschezza, floreali e di frutto. Lo so che il termine croccante lo associamo a dei solidi e affiancarlo al vino sembra un ossimoro. Ma il vino è immaginazione che sdogana anche termini letterari, evocativi e dire che un vino è croccante, quando lo riconosciamo, ci sta tutto.

Proseguiamo: “Per assurdo chiunque si avvicina oggi al Chianti Classico potrebbe essere considerato un pioniere perché l’identità di questo territorio anche dopo tutti questi anni è ancora tutta da scoprire. C’è ancora tantissimo da fare perché le basi son solide ma le mani che adesso stanno gestendo il Chianti Classico si stanno evolvendo in una direzione diversa da quella avuta fino ad ora che per anni avevano avuto un’impostazione più classica. Inoltre il Sangiovese è uno tra i vitigni più interessanti che esista al mondo e la sottozonazione può creare ancora più appeal.

La sottozonazione è un’ulteriore parcellizzazione della zonazione. Ma facciamo un passo indietro, cos’è la zonazione? Zonazione significa dividere i territori vitivinicoli in zone. Questa operazione permette di mappare il territorio per individuare aree omogenee al suo interno. Possono essere omogenee per clima, composizione del suolo, capacità produttiva dei vitigni e caratteristiche del vino. La zonazione si basa sull’evidenza che anche a pochi metri di distanza la terra o le condizioni pedoclimatiche possono essere molto diverse anche all’interno della stessa denominazione. Si tratta quindi di un processo di analisi del terreno, esposizione (nord, sud, est, ovest), clima dove tutti questi elementi insieme al lavoro dell’uomo, vengono studiati per capire la vocazione e l’adattabilità della vite a un determinato terreno. Questi studi sono utili quindi per capire meglio la zona di provenienza e la corrispondenza del vino con il proprio territorio, così da essere maggiormente coscienti nel momento di incontro con il calice restituendo una fotografia indelebile.

Riprende Robin “Noi siamo nella zona ad Ovest, nell’associazione di San Donato e sicuramente siamo caratterizzati dalle brezze marine a noi vicine”.

I luoghi, la biodinamica, la purezza del Sangiovese, l’arte rendono questo vino unico nel suo genere!

Chianti Classico Docg Le Masse 2020

24 € circa sullo scaffale in enoteca

RIECINE

Elisa Gramaccioni è la Sales Manager di Riecine, la sua dolcezza è annaffiata da una grande determinazione.

Appena inizia a parlare te ne rendi subito conto.

Con lei parto subito con la domanda che ho fatto a molti di loro: “Spiegami questo vostro Chianti Classico d’annata come faresti con un gruppo di GenZ”?

“Lo descrivo come un vino leggero.

Di quella leggerezza bella, alla Calvino.

Perché è un vino che si apre e si lascia bere.

Che mostra tutto sin dal primo bicchiere, non si cela, non si nasconde.

E’ molto immediato, profondo ed è per questo motivo che si fa ricordare”.

Prosegue: “Purtroppo questa denominazione paga lo scotto che negli anni ‘80/‘90 veniva presentata in maniera poco territoriale e in anni di cambiamento e di boom economico come quelli, le cose troppo tradizionali erano poco apprezzate. Era anche difficile parlare di identità. Negli ultimi anni grazie anche alla forza del Consorzio e a quella di aziende con più visione, il panorama sta cambiando. Questo non vuol dire seguire solo le mode e le tendenze, qui stiamo parlando di valorizzazione dell’identità territoriale e dello stile di questo vino.”

Adua Villa e Elisa Gramaccioni

Abbiamo chiuso con un’ultima domanda alla quale ha risposto con un’affermazione che non ha chiuso la mia Anteprima, ma ha aperto un nuovo capitolo nella mia narrazione, con semplicità: “Elisa, cosa vorresti dicesse chi assaggia questo vino?

Elisa: “Che è parecchio buono”!

Chianti Classico Docg 2020 Riecine

23 € circa sullo scaffale in enoteca

E’ così che cerco quei vini rossi d’annata.

Dei giovanotti con carattere e identità.

Sono BUONI.

Buono è il più grande complimento che possiamo fare ad ogni vino, ad ogni produttore, al loro lavoro.

Non dobbiamo fermarci al Buono, Buonissimo o NonMiPiace. Ma sicuramente partire da un concetto semplice per sviluppare una dorsale narrativa più complessa credo sia il buono auspicio per questo 2023.

Grazie Chianti Classico per avermi condotta verso questa sintesi che forse da anni sedimentavo e solo con i vostri vini d’annata sono riuscita a sintetizzare.

Diamo inizio all’era degli Easy Wine.

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2 Comments
  • Monica
    20 Marzo, 2023

    Che bel ritratto Adua, la chiacchierata con te è stata stimolante, viva, vera. La continuiamo quando vuoi, magari passeggiando in vigna
    Grazie di cuore.

    • Adua
      23 Maggio, 2023

      Grazie Monica, spero davvero di venire nelle tue terre. La Toscana è sempre nella mia To Do List 😉