C’è Fermento a Montepulciano

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Il Vino Nobile di Montepulciano si accende di una luce nuova: le Pievi.

Tasted by Adua Villa.

Sono anni che il Comune di Montepulciano vive un nuovo fermento che nasce dalla sua storia ed è nelle trame dei suoi residenti.

Il 21 Giugno camminando tra le strade del borgo e iniziando la mia estate, pensavo a come questo piccolo scrigno di Toscana ti rigenera grazie alla sua bellezza, al suo silenzio e ai suoi cieli tersi. Nell’attesa di partecipare alla cena di gala in Piazza Grande ho avuto modo di approfondire alcuni dati riguardo a questo territorio. 

È un luogo altamente denso di turisti e dalla forte identità culinaria, territorio che produce vini di successo internazionale e da anni genera numeri in crescita, come quelli dichiarati dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano:

“Il Vino Nobile di Montepulciano rappresenta uno dei principali player economici del territorio di origine. Un miliardo di euro circa è il valore complessivo tra elementi patrimoniali, fatturato e produzione. Il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.208 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 324 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc. A coltivare questi vigneti sono oltre 250 viticoltori (circa 90 sono gli imbottigliatori in tutto dei quali 80 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2022 sono state immesse nel mercato 7,1 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+6% rispetto al 2021) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano (+7,7% rispetto al 2021).”

Numeri sicuramente rilevanti per un comune abitato da circa tredicimila persone.

La serata è iniziata all’imbrunire accendendosi di una luce nuova, ospitando uno Chef pluristellato come Enrico Bartolini che con la sua bravura, disponibilità e simpatia ha saputo conquistare tutti.

Dal nome “La Favola di Orfeo: il Vino Nobile di Montepulciano saluta il Solstizio d’Estate con una festa per la città d’origine”, la cena è stata concepita pensando al Vino Nobile di Montepulciano. Un menù che dall’aperitivo al dessert ha accompagnato la storia del Vino Nobile di Montepulciano. L’allestimento è stata la ciliegina: immagini e parole ricostruite nei video proiettati che hanno fatto da sfondo a una Piazza Grande vestita a festa con delle luci le quali hanno creato uno sfondo accogliente ed emozionante sotto le stelle.

Da sinistra: Stefano Tesi, Adua Villa, Leonardo Tozzi.

Grazie ad una sapiente regia e alla conduzione di un sempre vivace Nicola Prudente in arte Tinto, abbiamo assistito alla consegna del Premio Grifo Nobile all’Onorevole Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Poi Sara Simeoni, campionessa olimpica, da anni amica di Montepulciano, ha ricevuto il merito di Ambasciatrice del Vino Nobile di Montepulciano, insieme anche a Raffaele Porceddu, operatore del territorio. 

A chiudere il racconto, attraverso le parole del vino, il Presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, tra i principali sostenitori del nuovo progetto enologico di Montepulciano, “Pieve” anche lui nominato a pieno titolo Ambasciatore del Vino Nobile di Montepulciano.

Ed è proprio qui il fermento più grande, il Progetto Pievi che porterà a questo territorio un’attenzione maggiore racchiusa nell’unicità delle sue bottiglie grazie ad un territorio che racconta storia attraverso opere d’arte ma soprattutto la frammentazione e diversità del suolo nelle diverse zone.

Luca Tiberini, vicepresidente Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, durante un’intervista al Gambero descrive in maniera molto semplice questo progetto che “vuole valorizzare le diversità non solo territoriali, ma anche strutturali, dal grande al piccolo. Abbiamo pensato a Pievi, invece che ad altre soluzioni già in uso, perché sono un elemento identitario del nostro territorio: i toponimi nascono proprio da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo”.

Pievi è un percorso nuovo, con solide basi tanto nella pedologia quanto nella storia e ha l’indubbio merito di avviare un percorso di valorizzazione condiviso permettendo di ricompattare una filiera dopo anni di confronti. È frutto di una ricerca approfondita e di un confronto di ampio respiro. I primi assaggi di prototipi, attualmente in affinamento, sono risultati eccellenti e confermano che il terroir del Nobile di Montepulciano è sempre stato fucina di grandi vini. Per esaltarlo bisognava trovare una chiave giusta: le Pievi, appunto. E io come tanti altri, non vediamo l’ora.

Le Pievi sono 12: Cervognano, Caggiole, Gracciano, Le Grazie, Argiano, Valardegna, Cierliana, San Albino, Valiano, Badia, San Biagio e Ascianello. Per gli appassionati di Montepulciano questi nomi sono familiari già da tempo e ora tutti noi siamo pronti e curiosi per assaporarli nel bicchiere.

Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 (cfr. par. 3.3 dell’allegato D al d.d. 302355 del 7 luglio 2022) 

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