La Forza nel Tempo
Degustazione di Pecorino DOC al Vinitaly 2023
Tasted By Adua Villa
In occasione del Vinitaly, la manifestazione più importante per il vino italiano, mi viene proposta la degustazione delle annate storiche dell’uva Pecorino all’interno dell’area del Consorzio Vini D’Abruzzo.
La mia risposta?
Semplicemente WOW!
Un po’ perché le mie origini sono abruzzesi, un po’ perché è stata davvero una sfida, un po’ perché amo il mio lavoro – il momento di studio/ricerca/preparazione che precede la degustazione in evento… insomma, un’occasione stupenda!
Soffermiamoci un po’ su questa parte, oggi voglio portarvi nel backstage delle mie degustazioni: studio, ricerche, scrittura, scalette, conclusioni e a volte “cancella tutto e riparti da capo”. Il vino è un po’ così: c’est la vie!
Il primo step è quello di capire la dorsale narrativa, un tema stimolante che possa interessare appassionati e consumatori valorizzando i prodotti e il lavoro messo in campo dalle aziende. In questo, il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo ha trovato un punto di vista per me sfidante: andare a ripercorrere gli ultimi venti anni di Pecorino d’Abruzzo.
E quindi da quel momento inizia per me la creazione di un percorso che possa narrare al meglio la produzione di Pecorino in Abruzzo, individuando le Aziende che possano partecipare alla degustazione con le loro etichette storiche.
Una volta fatto questo, ricevo i campioni in modo da poterli degustare.
Questa fase è estremamente delicata. Analizzo ogni singola etichetta cercando di raccogliere più informazioni possibili: annata (temperature, piovosità, clima), terroir ( interazione tra terreno, clima, vitigno e le tradizioni enologiche e agronomiche di quel territorio), interpretazione aziendale, varie.
Attenzione che le “varie” a volte possono stupire: cambio di disciplinare, mode/tendenze, imprevisti agronomici/enologici/commerciali, etc.
Una volta redatta un’attenta scheda per ogni singolo vino inizio ad impostare la loro sequenza, che spesso come Penelope al mattino la creo e la sera la disfo.
Così passo alla fase successiva: le interviste con i produttori.
È uno dei momenti più belli per me, indispensabile per andare in profondità e comprendere il lavoro che c’è dietro la produzione di una bottiglia di vino.
Il Tempo è stata la parola chiave per questo tasting: le nove aziende presenti in degustazione si sono prese “un tempo” per potermi trasmettere la propria filosofia aziendale, la propria interpretazione del Pecorino Abruzzo Doc, per potermi spiegare perché proprio quell’annata e non la precedente o la successiva. Si sono messe a disposizione per scambiare con me riflessioni sul loro vino e sul valore che si cela dietro la produzione del Pecorino Abruzzo Doc, da quando è iniziato il suo viaggio fino ad oggi.
Mi piace sottolineare questa disponibilità perché quando ho avuto queste conversazioni con i produttori era il periodo fra il caos di Düsseldorf e la preparazione al Vinitaly, le aziende in quel periodo vivono uno stress e una frenesia senza pari. Tutti sono stati estremamente disponibili e felici di poter raccontare “il proprio Pecorino”.
Ora inizia il momento più emozionante, quello dove si crea la degustazione mettendo insieme tutti gli ingredienti: analisi, ricerche, testimonianze… e una bella dose di creatività.
Il Tasting si è aperto con l’annata 2016, la più giovane presente, dell’azienda Tenuta i Fauri, e si è concluso con l’annata 2000 de Il Feuduccio.
Ma iniziamo a parlare di quest’uva: Il Pecorino di per sé viene descritto con le sue strane peculiarità che lo contraddistinguono. È un vino abbastanza ostico, nei primi anni ha queste note un po’ rustiche, con un bouquet intenso ma che dopo i 2/3 anni diventa complesso come i grandi vini bianchi. L’affinamento giova, e nel corpo del vino ne beneficia in finezza (paragonandolo come un rosso vestito di bianco) dopo invece si snellisce e acquista nuova vita.
Un pregio di quest’uva è che nelle annate calde conserva una buona acidità, e questo ha convinto i viticoltori a impiantarlo, inoltre è resistente alle malattie sia fungine che fitosanitarie, raramente si ammala per dirla semplice.
Un difetto? nella vinificazione è ostico, ha un carattere riduttivo, che può mettere in difficoltà tecnici e produttori. Sul pecorino si tendono a fare poche potature verdi.
L’identità del pecorino si riconosce, e se ne rimane colpiti , dalla bella pulizia sia al naso che in bocca. Altro denominatore è la rusticità, e note non molto espressive che nascondono nell’evoluzione un bianco di livello, insomma all’inizio si nasconde un pò. E in questo è proprio come noi abruzzesi: rustici in superficie, ma solo in superficie, per chi ha il piacere di conoscerci.
In questo momento di cambiamento climatico, di temperature in aumento e di solazione il tendone abruzzese, come impianto, sta agevolando molto questo tipo di uva dandole più respiro e proteggendola da questo fenomeno.
Il viaggio è stato davvero unico dentro a questi 9 vini, comprendendo la filosofia di ogni singola azienda e ascoltando il loro impegno e la loro passione dietro ad ogni etichetta, alcune sono state scommesse ben ponderate anche in tempi non sospetti in regione, altri si sono trovati ad impiantarla un pò per caso. Il risultato ci ha portati più che a un risultato ad una riflessione: quella sulla longevità del Pecorino D’Abruzzo Doc dove in molti siamo abituati a godercelo nella sua giovinezza più fresca ed immediata, cosi appagante fra leggerezza e corpo. Ma abbiamo capito che il Pecorino presente in tutte le quattro provincie abruzzesi rimane identitario e si evolve regalando complessità al naso e in bocca, stupendoci con delle evoluzione che virano verso note di idrocarburo così simile alle volte a dei Riesling, ma sempre parlando la lingua di queste terre.
Mi piace chiudere queste righe con una frase che mi ha regalato Giulia Cataldi Madonna, figlia di Luigi al quale daremo sempre il merito di aver creduto nel Pecorino in Abruzzo:
“Il Pecorino se impianto nel luogo giusto:
Nasce Giovane
Rimane Giovane
Invecchia Giovane”
Ora segnatevi queste aziende, non importa se non trovate tutte queste annate storiche, molte non sono più in commercio, ma appuntatevi il nome di queste nove realtà e mettetele nella vostra TO DO LIST.
E che il viaggio nel Pecorino D’Abruzzo Doc abbia inizio.
Abruzzo Pecorino ’16 – Tenuta i Fauri
Scopriamo l’azienda Tenuta i Fauri di Ari, Chieti, fondata nel 1979 da Domenico Di Camillo e ora gestita dai figli Valentina e Luigi.
Nubile ’15 – Strappelli
Viaggiamo verso le suggestive Colline Teramane, precisamente a Torano Nuovo, per scoprire l’azienda vinicola della famiglia Strappelli. Qui abbiamo avuto il piacere di degustare il Nubile, un vino prodotto esclusivamente nelle annate 2007 e 2015.
Abruzzo Pecorino Castello di Semivicoli ’14 – Masciarelli
L’azienda Masciarelli, sotto la guida di Marina Cvetic e Miriam Masciarelli, si distingue per la sua estensione attraverso le quattro province dell’Abruzzo. Il Pecorino di eccellenza, che abbiamo avuto il piacere di esplorare, trae origine dai vigneti situati nel comune di Casacanditella, provincia di Chieti.
Abruzzo Pecorino Bianchi Grilli per la Testa ’13 – Torre dei Beati
Loreto Aprutino si posiziona come uno dei fulcri della viticoltura abruzzese. In questa prestigiosa località, Fausto Albanesi e Adriana Galasso hanno fondato la loro cantina Torre dei Beati, impegnata nella produzione biologica fin dalle origini.
Pecorino ’12 – Emidio Pepe
Per esplorare l’heritage di Emidio Pepe, vera leggenda del settore, torniamo a Torano Nuovo, cuore pulsante del vino abruzzese. La cantina, che porta avanti la tradizione con orgoglio, è oggi guidata dalle figlie Sofia e Daniela Pepe, affiancate dal prezioso contributo della nipote Chiara. Questa dinastia vinicola rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti del vino abruzzese.
Abruzzo Pecorino ’11 – Contesa
Avvicinandoci alla Cantina Contesa riconosciamo immediatamente che questa non è una semplice cantina, ma il simbolo di un legame profondo e indissolubile tra la famiglia e le vigne in terra d’Abruzzo.
Rocco Pasetti fu uno dei primi imprenditori a crede nell’uva Pecorino in Abruzzo.
Pecorino ’10 – Cataldi Madonna
La storia del vitigno Pecorino in Abruzzo è intrinsecamente collegata all’azienda vinicola di Luigi Cataldi Madonna, attualmente guidata dalla figlia Giulia. Il comune di Ofena rappresenta il luogo storico dove il Pecorino è stato coltivato inizialmente. Questa narrativa sottolinea l’importanza fondamentale dell’azienda nel promuovere e preservare l’eredità del Pecorino abruzzese.
Pecorino ’08 – Pasetti
Torniamo a Loreto Aprutino da Cantina Pasetti, fondata nel 1967, azienda gestita dalla famiglia Pasetti da tre generazioni.
La famiglia Pasetti ha una lunga tradizione viticola che risale al periodo borbonico. Dopo la devastazione della fillossera, la famiglia ha ricominciato l’attività come produttori e commercianti di uve, per poi trasformarle in vino negli anni ‘50 diventando un punto di riferimento regionale.
Yare Pecorino ’00 – Il Feuduccio
L’azienda Feuduccio è una rinomata cantina vinicola situata nel cuore dell’Abruzzo, a Orsogna in provincia di Chieti. Fondata diversi decenni fa, l’azienda si concentra sulla produzione di vini tipici della regione utilizzando esclusivamente uve autoctone coltivate sui propri terreni collinari.