San Valentino, come scegliere il vino giusto per la serata

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Scelgo io o faccio scegliere a lei? Una bottiglia o più calici di tipi diversi? I consigli di un’esperta sommelier su come districarsi e comportarsi al tavolo di un ristorante con la vostra lei. E il cameriere porta la lista dei vini

Cena di San Valentino. Il locale consigliato dal collega è effettivamente molto carino, qualche nota di violino si insinua delicata tra i tavoli ben distanziati, illuminati con discrezione dalla luce delle candele. L’atmosfera è semplicemente perfetta, ma ecco che il cameriere si avvicina a passo felpato con la carta dei vini, e sorge il primo interrogativo della serata: il vino, lo scelgo io o lo sceglie lei? “Dipende, ormai molte cose sono relative – commenta Adua Villa, sommelier Master Class. Diciamo che molti camerieri, specialmente nelle cenette a due, tendono a consegnare la carta all’uomo. Un po’ per retaggio culturale, un po’ perché probabilmente sarà quello che pagherà il conto. Ma ormai ci sono tantissime donne appassionate di enologia, che potrebbero tranquillamente sostituire il partner nella scelta. O perlomeno consigliarlo”.

Secondo punto di domanda: meglio una bottiglia unica per l’intera cena o ordinare calici diversi di portata in portata? “Anche in questo caso dipende da tante cose, dal menu in primis, ma anche dalla predisposizione a sperimentare.

Io personalmente trovo intrigante provare vini diversi, perché si instaura a tavola una sorta di gioco da condividere. E in ogni caso, sì, mi piace anche che sia l’uomo a scegliere per me: dalla sua scelta posso capire molte cose della sua personalità…”.

Fuori il taccuino, pronti a prendere appunti. Perché Adua, autrice del romanzo Vino rosso tacco 12 che racconta proprio la storia di una degustatrice di vini che classifica i potenziali compagni come etichette e cantine, ci sta per regalare una lezione di psicologia femminile. A suon di cin cin. “Quello che ordina sempre la stessa bottiglia, per esempio, è il tipico abitudinario, che non ama rischiare. Noioso. Poi c’è quello che decide la bottiglia in base al nome iperconosciuto e altisonante: prova a stupire, ma cade nella banalità e nella superficialità. Chi sceglie una bottiglia economica? Ci sta, a patto che la decisione sia motivata. Ci sono tanti vini poco costosi, ma di alta qualità, specialmente tra gli italiani. Ecco, trovo molto intrigante un uomo che ti racconta il perché della sua scelta. Magari conosce bene la cantina. O magari vuole semplicemente provare un’uva meno nota”.

E poi c’è lui: il compagno che sorprende chiedendo al cameriere un rosato. “L’uomo da rosato è semplicemente meraviglioso – ride la nostra sommelier -. Perché è quello che riesce a essere sensibile pur mantenendo la propria mascolinità, come i rosati pugliesi, abruzzesi, siciliani. Di struttura, ma con note estremamente delicate”.

Ok, messaggio ricevuto. Ma una bottiglia può essere considerata anche un regalo romantico? “Certo, perché no. Magari per le coppie novelle può andare bene qualcosa di frizzantino, da condividere subito. Per quelle già rodate, invece, trovo pazzescamente romantico un rosso da invecchiamento. Come dire: te lo regalo adesso e lo stapperemo insieme tra qualche anno. Per un San Valentino hot, poi, il mio consiglio è un Oltrenero Cruasé Brut, Tenuta Il Bosco. L’anima e il corpo del Pinot Nero, in un mix di eleganza, struttura e delicate note”.

Testo di Filippo Piva    gqitalia